CHIOGGIA. «Ben venga la tutela delle aree di interesse biologico marino, ma distinguendo le Tegnùe di Chioggia, dalle «tresse» di Caorle e dai «sassi» di Cavallino». Su questa posizione si è espresso l’assessore all’ambiente, Giorgio Varisco, invitato alla riunione della IV Commissione permanente regionale, impegnata a discutere la proposta di legge 31, relativa ad interventi per la tutela, promozione e sviluppo della zona costiera del Veneto e per la creazione di zone a tutela biologica marina. «E’ una legge che accogliamo con favore - spiega Varisco - ma va precisato che la denominazione di “Tegnùe” per ragioni storiche, ambientali e di superficie va riferita solo alle infiorescenze rocciose al largo di Chioggia. Le “tresse” di Caorle e i sassi di Cavallino possono comunque essere aree di interesse marino, ma vanno distinte dalle Tegnùe». A tal proposito l’assessore ha chiesto alla commissione di prevedere all’interno della «Consulta del mare», organo previsto dall’articolo 3 della legge 31, di istituire due enti gestori, e non uno come previsto all’articolo 8: uno per l’area marina di Caorle e uno per le Tegnùe di Chioggia. Il tavolo di confronto tra Regione, amministrazioni locali e associazioni ambientalistiche continuerà i lavori nelle prossime settimane con ulteriori audizioni delle parti interessate. (e.b.a.)
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